E’ durato qualche anno ma alla fine abbiamo compiuto questo giro straordinario per l’Italia per conoscere e provare in prima persona i nove ristoranti italiani insigniti delle tre stelle Michelin. Insieme a mia moglie e compagna di viaggio Michela, appassionata di cibo quanto me, ci siamo dedicati alla scoperta di questo mondo straordinario.
Un mondo di artisti, capaci di interpretare le tradizioni, di ridefinirle in maniera sublime.
Ed in alcuni casi abbiamo scoperto piatti veramente emozionanti.
Questo viaggio ci ha regalato oltre ad una incredibile esperienza anche una grande avventura, un mondo per noi nuovo, incredibile, ricco di cultura.
Va molto di moda stilare classifiche, sparare giudizi, incoronare il “migliore” e additare il “peggiore”. Noi non vogliamo partecipare a questo giochino… In ognuno di questi ristoranti abbiamo provato emozioni, in ognuno siamo rimasti colpiti da qualcosa (gusti, itinerari, tecniche, accoglienza, ambienti, personalità, materie prime….).
Quindi in questo elenco abbiamo voluto segnalare ciò che la proposta di ogni ristorante ha dato di più a NOI, cosa ci siamo portati a casa, cosa ci ha più emozionato e sorpreso…
Ristorante Piazza Duomo
Iniziamo il nostro viaggio tra i tre stelle Michelin italiani da Chef Crippa, al ristorante PIAZZA DUOMO ad Alba (CN).
Un ristorante decisamente particolare, a cominciare dalle tinte che colorano la sala, spiazzante sotto certi aspetti, l’ingresso sembra quasi quello di vecchio ostello anni 70.
Come detto anche la sala molto particolare con questo dipinto a soffitto e parete ed un colore rosa che pervade ogni spazio.
Le straordinarie abilità di Crippa sono ampiamente riconosciute. Ha fatto del suo orto la sua cucina, il contatto diretto con la terra e la profonda conoscenza dei vegetali, rende ogni suo piatto veramente speciale.
La cucina è fatta di reinterpretazioni (almeno per il menù scelto da noi): un antipasto Piemontese totalmente rivisitato mantenendo i sapori della tradizione: da solo vale un pasto. Infatti il nostro tavolo si è riempito di pietanze, tutte molto curate ed ognuna con una sua personalità.
Il piatto che più ci ha colpito è stata questa reinterpretazione del cotechino… piccole palline con sopra il tartufo, alla vista somigliante più ad un oliva.
Da Vittorio
Un ristorante curato in ogni dettaglio, una reggia, perfino il tappeto erboso non presentava un ciuffo fuori posto.
Da Vittorio è “tanta qualità” in ogni cosa, la famiglia Cerea gestisce anche la locanda di charme Dimora, un Relais&Chateaux di 10 splendide camere in quel di Brusaporto (Bg).
C’è un laboratorio per la trasformazione con prodotti a marchio e un altro dedicato alla pasticceria.
Una buona cucina, elegante, con piatti non troppo complicati ma con combinazioni di sicuro interesse. Direi che già dall’ingresso si intuisce l’impegno e la dedizione che una cura così maniacale richiede. La cucina offre sia piatti della tradizione, reinterpretati e piatti innovativi ben curati. Insomma nell’insieme una gran bella coccola.
Reale
di NIKO ROMITO.
Immerso nelle colline Abruzzesi di Castel di Sangro (Aq) questo splendido casale ristrutturato circondato da vigneti ospita il ristorante tre stelle Michelin Reale.
Anche qui ci sono alcune camere riservate per chi dopo la cena vuole rimanere a godere del paesaggio. Bellissimo ambiente e bellissimi gli spazi, molto sobri, gusto minimalista ed elegante. La cucina di Romito è veramente particolare, la cura dei vegetali è straordinaria… più passaggi per ottenere “un cubo” finito e servito nel piatto. Una ricerca vermante maniacale che si riscontra anche nella panificazione, vermanente eccellente, con farine della zona selezionate e di grande gusto.
Una cucina del territorio, pensata per usare e valorizzarne i prodotti.
Dal Pescatore
famiglia Santini a Canneto sull’Oglio (Mn).
Un ristorante, anche questo, “di famiglia”.
In cucina la mamma Nadia e il figlio, in sala il padre Antonio ed il figlio. Una grande squadra che cura in ogni dettaglio sala e cucina.
La cucina è di impostazione tradizionale, ma ha dei guizzi, delle interpretazioni e combinazioni veramente molto paicevoli e interessanti.
Ingredienti con combinazioni inusuale ed inaspettate, regalano esperienze al palato veramente uniche.
Ma anche il più semplice tortello di zucca regala emozioni da brividi.
In sala tutto governato dalla grande esperienza del Sig. Antonio, che oltre a deliziare con professionalità e sobrietà i clienti, consiglia abbinamenti con i vini veramente eccellenti.
La Pergola
di Heinz Beck.
Questo ristorante regala innanzitutto una visione “cinematografica”…quasi da effetto speciale! SI proprio così, perchè il ristorante si trova all’ultimo piano di un hotel elegantissimo ed appena entrati l’enorme vetrata che abbraccia l’ambiente ti proietta su Roma. Una vista spettacolare…noi siamo rimasti letteralmente a bocca aperta!
Nella cucina di Beck si percepisce il rispetto della tradizione della cucina Romana… un antipasto fatto di quinto quarto, reinterpretato in maniera raffinata ed elegante. Si vede in ogni piatto la maniacalità dello Chef e la precisione e la cura che mette in ogni dettaglio.
Tutti i piatti hanno una loro personalità, ogni portata regala qualcosa di straordinario e riveglia il palato.
Un servizio di sala veramente attento ed eccellente che ci ha messi a nostro agio… non è mancata qualche simpatica battuta, d’altronde eravamo a Roma, giusto così!
St. Hubertus
Chef Norbert Niederklofer.
A San Cassiano (BZ) nella splendida Val Badia, all’interno dell’hotel Rosa Alpina, si trova questa chicca. Stile tipico della stube. Un posto curato e raffinato che cura ogni minimo particolare.
La cucina dello Chef è impostata per la maggior parte degli ingredienti, a partire dagli ingredienti del territorio della valle.
Ingredienti ed anche ERBE della montagna certamente sconosciute a tanti e che vengono raccontate nei piatti dello chef.
Una cucina che ci ha colpito perchè dopo ogni piatto di carne caratterizzato da un taglio considerato pregiato, ne viene proposto un altro teso a valorizzare il quinto quarto o comunque tagli considerati “poveri”.
Nella cucina di Norbert si coglie questa intenzione tesa alla valorizzazione della materia prima in toto. Il pane (straordinario), finito di cuocere in forno viene portato al tavolo caldo bollente. Quasi impossibile trattenersi dal consumarlo tutto prima di iniziare!
Osteria Francescana
di Massimo Bottura.
Il primo dei ristoranti tre stelle Michelin che abbiamo visitato, l’impatto iniziale non ci entusiamò.
Poi però siamo tornati per una seconda volta…
Beh! Una cena in quel di Modena, veramente da ricordare… abbiamo capito che probabilmente durante la nostra prima volta all’Osteria Francescana non eravamo pronti per quel tipo di cucina.
Bottura è veramente meticoloso, geniale e ricco di fantasia. Riesce a combinare ingredienti con gusti e sapori incredibili in un equilibrio perfetto.
Ogni piatto che arriva e viene descritto porta ogni sapore alla luce in un vortice incredibile al palato.
Anche la sala è molto preparata e attenta, piuttosto formale, ma naturalemente questa è una questione di scelte.
LE CALANDRE di Alajmo e ENOTECA PINCHIORRI di Pinchiorri
Metto assieme questi due ristoranti perchè entrambi, seppur con caratteristiche estremamente diverse, ci hanno regalato il pieno di emozioni!
Enoteca Pinchiorri a Firenze ha una cantina da museo, con bottiglie introvabili e una collezione privata da paura.
Una maniacalità ed una cura per la cantina oltre ogni immaginazione: bottiglie classificate e inventariate con preciasione svizzera.
Del resto non si può dire altra cosa per la cucina: cura, tradizione, tecnica, gusto, precisione. Una cucina che rispecchia la vera toscana interpretata in una chiave moderna fatta di grande tecnica ed abbinamenti sicuramente molto interessanti.
I dolci curati nei minimi particolari con uno Chef di pasticceria veramente, veramente straordinario capace di far chiudere il pasto in una maniera sublime.
Che dire del servizio di sala… quando noti ad un tavolo una signora in difficoltà nella lettura del menù per essersi dimenticata gli occhiali e vedi arrivare una persona del ristorante con un cofanetto dove all’interno posti in ordine di gradazione vi sono più paia di occhiali…. TOP!
Anche se con caratteristiche diverse la famiglia ALAJMO in quel di Rubano (PD) è un’altra grande famiglia protagonista della cucina italiana.
Se dovessi trovare un’unica parola per descrivere questo ristorante, sceglierei “Giocosità”.
Giocosità che ho ritrovato sia in cucina che in sala.
La cucina Massimiliano Alajmo è caratterizzata da una tecnica straordinaria, capace di esaltare le proprietà dei singoli ingredienti, trasformandoli per far loro assumere forme e strutture completamente diverse, per poi ancora essere ricomposti in nuove forme originali ma con gusti precisi, spiccati, amalgamati in un equilibrio misurato alla perfezione.
Un grande gioco di scomposizione e ricomposizione creativa!
Una grande ricerca per comprendere appieno l’evoluzione della materia prima… studio attento di consistenze e caratteristiche diverse in base al tipo di cottura effettuato.
Anche la sala è sempre molto attenta ad ogni singola esigenza del cliente e lo accompagna con battute che sanno sempre metterci a nostro agio, con professionalità ed educazione.
Insomma… molta, molta attenzione al benessere del cliente e ospitalità da capogiro.
Che dire, un viaggio straordinario ricco di emozioni vissute in ogni singolo ristorante.
Modi di reinventare la cucina rispettando gli ingredienti ed esaltando gusti e sapori.
Lo definirei un grande viaggio culturale. Ci ha permesso scoperte incredibili, ci ha aperto la mente, ci ha ispirato anche nelle nostre scelte e nell’approccio nel nostro lavoro.
Artisti della cucina, presente e futuro dell’enogastronomia Italiana… Una bella responsabilità!
Bellissima recensione! Mi avete fatto venire voglia di partire per il mio giro! ????