Sappiamo bene quanti problemi e storture possono nascere nel grande mercato agroalimentare: origine, contraffazioni, truffe.
Tutti “inconvenienti” che rischiano di svalutare e danneggiare anche i prodotti di eccellenza.
Quali sono gli strumenti per tutelarsi da tutto questo?
Quali “armi” abbiamo a disposizione contro i furbetti della contraffazione?
L’Unione Europea ha creato alcuni marchi di qualità /sigle dedicati alle produzioni agroalimentari allo scopo di definire disciplinari di produzione, origine o altre proprietà. Sono strumenti di garanzia per il consumatore e opportunità di tutela per i produttori.
Impariamo a conoscerle:
DOP (Denominazione di origine protetta)
Questa sigla ci indica che il prodotto che stiamo per andare ad acquistare è realizzato con materie prime di un luogo ben specifico, inoltre viene anche trasformato, lavorato ed elaborato nell’area indicata sull’etichetta. Esempio il Pesto Genovese DOP ci dice che quel tipo di pesto è prodotto in Liguria, ma la DOP potrebbe indicare anche zone più piccole di una intera regione.
DOCG (Denominazione di Origine controllata e garantita)
Questa dicitura solitamente la troviamo nei vini. Questi vini devono essere sottoposti a severi controlli e devono essere commercializzati in contenitori che abbiano capacità inferiore ai 5 litri.
Devono inoltre portare un contrassegno dello stato che ne garantisce l’origine e le qualità.
DOC (denominazione di origine controllata)
Viene utilizzata nel mondo vino per determinare una zona precisa dove l’uva è coltivata e in cui il vino è stato lavorato e imbottigliato.
IGP (indicazione geografica protetta)
Anche se la materia prima può essere presa non dalla zona di produzione la IGP indica che almeno una fase di produzione di quel prodotto deve essere fatta nella zona indicata.
Ad esempio lo Speck Alto Adige IGP anche se prodotto nella zona indicata, può utilizzare per produzione materia prima importata.
STG (specialità tradizionali Garantite)
Il prodotto in questione viene lavorato con un preciso metodo che va a differenziarlo da tutti gli altri ma non è legato ad un territorio specifico. Es. Pizza Napoletana STG.
Certamente si tratta di buone, forse ottime, garanzie di qualità per un prodotto, ma non dimentichiamoci che ci sono bravissimi produttori che lavorano in maniera eccellente, piccole realtà che non hanno nè potrebbero avere, prodotti certificati ma sicuramente garantiscono qualità eccezionali.
Quindi i bollini ed i marchi di qualità possono essere di grande aiuto per le grandi produzioni ma comprando solo prodotti etichettati finiremmo per rinunciare a tutte quelle opportunità che i piccoli artigiani del gusto sanno ancora regalarci.
Informiamoci, chiediamo direttamente ai produttori dell’origine della materia prima, degli ingredienti che impiega, delle tradizioni…Certamente troveremo nella passione del racconto un “marchio di qualità” insuperabile!