E’ una domanda che a volte mi fanno.
Arrivati ad un certo punto della tua vita professionale cerchi di mettere insieme i pezzi del puzzle per osservare il quadro d’insieme. Non ho proprio nulla contro la carne estera e ritengo che ci siano allevatori di assoluto livello e con grande organizzazione.
MA il mio legame con la terra e con gli animali mi porta a vivere in prima persona e direttamente il rapporto con allevatori ed aziende agricola.
Significa andare in stalla, osservare la terra dove crescono le colture dedicate ai capi, capire il funzionamento del mulino necessario a preparare l’alimentazione degli animali.
Significa anche costruire occasioni di confronto con università e veterinari per studiare insieme nuove forme di alimentazione e benessere animale… nuovi progetti, nuove sfide!
Senza questo contatto diretto e quotidiano tutto questo lavoro ed investimento personale andrebbe sprecato… Si tratta di una scelta personale e posso dire anche uno stile di vita.
La curiosità, la voglia di scoprire ed il desiderio di collaborare in prima persona con gli allevatori mi ha insegnato tanto.
Innanzitutto ho compreso quanta passione e determinazione e quanti sacrifici siano necessari per arrivare ai risultati.
Sicuramente non riusciremo mai a fare grandi volumi ma il nostro obiettivo non è mai stato quello di fare “quantità”.
Siamo piuttosto sempre più determinati ad ottenere alimenti dalle capacità nutrizionali importanti, salubri e frutto di processi produttivi sostenibili…poiché, non dimentichiamocelo, trattiamo un prodotto che finisce all’interno del nostro corpo, che diventa parte di noi.
La strada non è facile ma, vi assicuro, è molto stimolante… Avvertire, “respirare” quella sinergia tra terra, animale e uomo è per me una spinta irrinunciabile. Una sensazione positiva che alla sera mi fa andare a letto sereno e soddisfatto. Perché poi, in fondo, questo è ciò che conta!
Grazie a tutti coloro che quotidianamente ci sostengono.