Oggi il blog ospita un illustre e professionista nel campo dell’allevamento e del benessere animale, il Dott. Alfonso Camassa che a tutt’oggi lavora e si adopera in Inghilterra con progetti di benessere animale e animali al pascolo allevati in maniera Grass Feed.
Un sicuro punto di riferimento per la categoria e al tempo stesso un pioniere Italiano in questo campo. Grazie al suo contributo possiamo migliorarci e migliorare le tecniche di allevamento, trasporto e macellazione.
Ciao Alfonsino, vuoi farci una tua breve presentazione per gli amici del blog?
Ciao a tutti! Nasco 34 anni fa a Taranto in una famiglia fortemente radicata da varie generazioni nella compravendita e nell’allevamento di bestiame da carne; ho sempre affiancato mio padre nella sua attivitá girando mercati, stalle e impianti di macellazione e dopo il diploma ho potuto dedicarmi a tempo pieno in questo settore.
Ho sempre lavorato fianco a fianco con diversi Medici Veterinari e dopo tre anni dal diploma ho avuto il coraggio di intraprendere la carriera accademica, cominciando di pari passo a collaborare con piú aziende importanti nel settore carni come consulente esterno tecnico e commerciale a livello nazionale ed internazionale.
Finiti i tuoi studi, se non sbaglio, dopo poco tempo ti sei trasferito in Inghilterra, come mai questa scelta?
Non ci sono state motivazioni serie o importanti, tutto é cominciato perché volevo migliorare il mio livello di conoscenza della lingua inglese, cosí mi presentai ad un vero e proprio recruitment day organizzato da un’azienda privata che gestisce l’ispezione delle carni (ed altri ruoli di medicina veterinaria pubblica) sul territorio Britannico…l’offerta di lavoro é arrivata dopo pochissime ore!
Ho lavorato con questa azienda per soli quattro mesi in uno dei migliori impianti di macellazione di bovini d’Europa (450 bovini al giorno/55 l’ora; proprietá della catena ristorativa McDonald’s), sino a quando non ricevetti una nuova offerta di lavoro da parte di un importante e prestigioso gruppo Veterinario situato nel Sud dell’Inghilterra dove tuttora lavoro come Medico Veterinario e Beef Production Adviser.
Quanta differenza trovi tra il mondo che vivi in questo momento e l’Italia?
BELLISSIMA DOMANDA!!!
- A come Agricoltura.
La prima differenza sostanziale sta nel grande rispetto per l’agricoltura e dei suoi attori da parte dei consumatori. Programmi televisivi, radiofonici o web riescono a far entrare quotidianamente nelle case dei piú “urbanizzati” ogni singolo dettaglio del settore primario; non é “difficile” trovarsi difronte a giornate organizzate Open Farms, dove ogni cittadino puó visitare una stalla o una qualsiasi azienda agricola e riscontrare la realtá dei fatti. - Formazione.
I college (comparabili alle nostre scuole superiori) di Agricoltura formano continuamente abili operatori in grado di poter affrontare tranquillamente qualsiasi tipologia di produzione una volta diplomati. Inoltre la maggior parte delle aziende agricole richiedono un diploma in Agraria per poterci lavorare.
Esempio: - Rintracciabilitá e benessere.
La presenza di Macellai Artigiani proprietari di bottega qui non é diffusa come in Italia. Malgrado ció tutte le catene di distribuzione si sono attrezzate per poter essere trasparenti con i consumatori, ideando etichette e loghi in grado di far capire facilmente la tipologia del prodotto e la sua storia a chi lo acquista.
A tal proposito qui un mio articolo: http://www.pubblicitaitalia.com/eurocarni/2016/6/15057.html
So che hai concretizzato un grande progetto di animali allevati al pascolo, vuoi parlarcene un po’ descrivendo quali sono state le tue scelte?
Una volta arrivato qui capisci tante cose; io ero uno dei piú scettici in merito al Grass Feeding, abituato alle tecniche di allevamento indoor vissute in Italia ed in Europa.
Poi ho toccato con mano il vero Grass Feeding.
Per Grass Feeding si intende non solo una tecnica di allevamento che esclude qualsiasi tipologia di “concentrati” (NB: in nutrizione animale il mangime cosiddetto “concentrato” è costituito da miscele di cereali, legumi e altri mangimi semplici, che fornisce all’animale in allevamento un elevato livello nutritivo per energia, proteine e altri elementi nutritivi) nella razione, ma include nuomerose altre variabili quali tipologia del territorio, genetica degli animali, cultivar botanici presenti nei pascoli, sfalci e conservazione dei prati arricchiti.
Appurato ció ho cominciato a selezionare scottone da allevamenti Grass Fed appartenenti a razze tradizionali Britanniche (Aberdeen Angus, Hereford, Beef Shorthorn, Devon, Dexter, etc…), e metterle in finissaggio su pascoli arricchiti (loietto, trifoglio rosso e orzo) integrando con sali minerali e fieno insilato derivante dagli stessi pascoli.
Un allevamento come quello che segui, è possibile in Italia e se si quali sono le regioni più adatte?
In Italia vi sono stati numerosi tentativi per un allevamento ed un finissaggio in Grass Feeding, alcuni hanno avuto risultati negativi, altri continuano debolmente a funzionare…ma la mia personalissima opinione é che un risultato buono e continuativo é difficile da ottenere per le proprie caratteristiche idrogeologiche della nostra penisola; poi ovviamente ognuno ha il diritto di provarci e di commercializzare il proprio prodotto nel miglioe dei modi.
Quali sono le caratteristiche che differenziano un animale allevato nel modo grass feed come fai tu e un qualsiasi animale allevato con l’inserimento di cereali, cosa cambia?
Le differenze sono tante e di varia natura.
Sicuramente la tecnica di allevamento che é su pascolo per 9 mesi l’anno e in paddock coperti per i restanti 3, contro un intero ciclo attuato in stalla; il tempo di finissaggio e di “maturazione” dell’animale che é piú lungo rispetto agli animali ingrassati in box Grain Fed di almeno 6 mesi; poi vi sono le caratteristiche biochimiche proprie di questa alimentazione che sono facilmente leggibili a questo link relativo al piú importante studio di settore:
https://nutritionj.biomedcentral.com/articles/10.1186/1475-2891-9-10
Del quale articolo riporto parte delle conclusioni:
“Conclusion
Research spanning three decades supports the argument that grass-fed beef has a more desirable SFA lipid profile (more C18:0 cholesterol neutral SFA and less C14:0 & C16:0 cholesterol elevating SFAs) as compared to grain-fed beef. Grass-finished beef is also higher in total CLA (C18:2) isomers, TVA (C18:1 t11) and n-3 FAs on a g/g fat basis. This results in a better n-6:n-3 ratio that is preferred by the nutritional community.
Grass-fed beef is also higher in precursors for Vitamin A and E and cancer fighting antioxidants such as GT and SOD activity as compared to grain-fed contemporaries.
Grass-fed beef tends to be lower in overall fat content, an important consideration for those consumers interested in decreasing overall fat consumption. Because of these differences in FA content, grass-fed beef also possesses a distinct grass flavor and unique cooking qualities that should be considered when making the transition from grain-fed beef. To maximize the favorable lipid profile and to guarantee the elevated antioxidant content, animals should be finished on 100% grass or pasture-based diets.”
Per i meno anglofoni le conclusioni riportano la sostanziale differenza nella quantitá e qualitá degli acidi grassi saturi; le carni ottenute in regime GrassFeeding risultano essere piú ricche di Omega3 e di colesterolo “buono”, oltre ad un ulteriore incremento di sostanze antiossidanti e aroma tipica derivante dai foraggi ingeriti.
La base alimentare e il benessere animale concorrono ad elevare il prezzo sulla carne e naturalmente sull’utente finale?
Purtroppo non sono in possesso di dati ufficiali, ma i mercati internazionali pongono le carni grassfed leggermente piú costose delle carni convenzionali del 10 – 15%; un plusvalore che non deve assolutamente spaventare il consumatore.
In merito alle carni ottenute in regime di assoluto benessere (che viene certificato a livello internazionale, al contrario del Grass Feeding che non presenta enti di certificazione sparsi per il mondo), il plus valore non supera il 7 – 8%.
Un allevamento come quello che segui, è possibile fare grandi numeri e perché?
Nel Regno Unito, in Nuova Zelanda e in alcune zone del Nord America vi sono grandi gruppi in grado di fornire carni grass fed in grandi numeri, comperando da piccoli e medi allevatori.
Una buona gestione per un buon risultato non é attuabile in caso di grandi numeri in una singola azienda a causa degli spazi necessari per il pascolo sostenibile.
Come vedi il panorama dell’allevamento italiano?
La situazione dell’allevamento da carne italiano é facilmente intuibile leggendo i flussi dei mercati. Settimanalmente l’Italia importa il 45% di carni bovine dato il suo basso tasso di autoapprovvigionamento, facilmente consultabile dal sito Ismea:
http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4537#MenuV
Il basso valore di autoapprovvigionamento é sí dato da un basso numero di allevamenti da ingrasso, ma la causa princiale é la decimazione nel corso degli anni del numero di Vacche Nutrici, presenti sul territorio Italiano.
Se non vi sono sufficienti vacche pronte a darci un vitello l’anno, é logico intuire che l’importazione di bestiame e carcasse resta la principale fonte per gli attori del settore.
Sicuramente possiamo definire con tranquillitá che la quasi totalitá delle carni ottenute in Italia presenta caratteristiche qualitative di tutto rispetto.
Ho assistito ad una tua mini conferenza in cui spiegavi il benessere animale, vuoi spiegarci cos’è e cosa si intende?
Vi sono numerose definizioni per descrivere il benessere animale, ma quella riconosciuta a livello internazionale é sicuramente quella del Farm Animal Welfare Council (FAWC) del 1979, che comprende cinque diversi aspetti di libertá, ovvero:
- Libertà dalla Fame e dalla Sete – fornendo pronto accesso ad acqua fresca e ad una dieta che garantisca piena salute e vigore;
- Libertà dal Disagio – fornendo un ambiente di vita appropriato, inclusi ripari e aree di riposo confortevoli;
- Libertà da Dolore, Ferite o Malattie – attraverso la prevenzione o la rapida diagnosi e trattamento;
- Libertà di Esprimere un Comportamento Normale – fornendo sufficiente spazio, strutture adeguate e la compagnia di altri animali della stessa specie;
- Libertà dalla Paura e dal Distress – assicurando condizioni e trattamenti che evitano la sofferenza mentale.
Si può fare benessere animale anche in macello e se si come?
Il Benessere Animale in macello si puó fare e viene messo in pratica grazie al Regolamento CE n. 1099 del 2009, intitolato: “relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento.”
Una mia valutazione della rispondenza dei requisiti dello stesso articolo Comunitario é leggibile al seguente link:
http://www.pubblicitaitalia.com/eurocarni/2015/6/14220.html
In sintesi il benessere animale viene reso possibile grazie alle strutture fisiche del mattatoio, quali area scarico, aree di movimentazione, stalle, ecc…che devono rispettare determinati parametri di design, di luce e di areazione; formazione del personale e vigilanza dei parametri sono ulteriori fonti di ottenimento e monitoraggio del BA all’interno dell’impianto.
Approfondimenti al seguente link:
Quante strutture si adoperano per farlo e c’è interesse a farlo?
Ad oggi TUTTI gli impianti di macellazione in Europa sono obbligati a presentare le caratteristiche descritte nel Reg CE 1099/2009, le cui verifiche sono messe in atto da piú enti pubblici.
Inoltre la messa in atto delle buone pratiche alla macellazione aiuta ad ottenere un prodotto di buona qualitá e con una maggiore conservabilitá, caratteristiche altrimenti non presenti in caso di animali stressati.
Il benessere animale oltre che stalla e macello, lo si può applicare anche ai trasporti e come?
Il regolamento CE n. 1 del 2005 si intitola: “sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97”.
Nel regolamento vengono dettati i criteri relativi ad ogni singola variabile presente nell’organizzazione e nell’attuazione del trasporto di ogni tipologia di animale vivo.
Vengono cosí individuati i responsabili del BA, descrivendo inoltre densitá di carico, tempo massimo di viaggio e aree di sosta attrezzate diffuse lungo tutto il territorio Europeo.
Perché un’azienda agricola che pratica benessere animale si adopera perché questo sussegua anche nelle altre fasi?
Fondamentalmente il benessere animale deve rispettare una catena lungo la filiera; qualora un singolo passaggio dovesse fallire, verrebbero annullati tutti gli sforzi materiali ed immateriali impiegati negli altri passaggi.
Cosa pensi della macellazione islamica, non è forse un andare in controcorrente con il benessere animale?
Per prima cosa é bene ricordare che l’assenza della fase di stordimento che precede la fase di dissanguamento, non é una caratteristica distintiva della sola macellazione Halal (Islamica), ma che é propria anche della macellazione Kosher (Ebraica).
Le cosí dette macellazioni rituali vedono comunque la presenza di personale altamente qualificato e attrezzature dedicate; giá dal 1963 il mondo scientifico ha cominciato ad interessarsi all’argomento, continuando sino ad oggi il monitoraggio del BA, cercando di rintracciare il modo migliore dell’esecuzione del dissanguamento.
La perdita di coscienza é sicuramente il punto cruciale della questione: una recisione dei maggiori vasi (carotidi e giugulari) porta ad uno stato di incoscienza tra i 2 e i 15 secondi (Nangeroni and Kennett, 1963; Gregory and Wotton, 1984; Blackmore, 1984).
Eccovi un link interessantissimo dalla mente e dalla penna della grandissima Temple Grandin:
http://www.grandin.com/ritual/kosher.slaugh.html
Cosa pensi delle trasmissioni che denunciano gli allevamenti intensivi? Pensi possano ledere anche chi lavora bene?
Assolutamente sí. Purtroppo nei palinsesti Italiani passano esclusivamente immagini denuncianti le peggiori realtá del nostro territorio, accompagnate da testi e didascalie fuorvianti in grado di porre facilmente i consumatori nel dubbio ed influenzare negativamente i loro pensieri e punti di vista.
Occorrerebbe reagire mostrando le realtá sane gestite da persone che conoscono e amano il proprio lavoro.
Dovrebbero essere i maggiori attori del mercato italiano ad incentivare questo tipo di pubblicitá veritiera.
Conclusioni
Voglio ringraziare te, Lorenzo, non solo per avermi concesso l’opportunitá di poter scrivere qualcosa in modo da contribuire al tuo giá interessantissimo blog, ma soprattutto perché sei stato il pioniere assoluto della buona macelleria nel social marketing, agendo anche come mentore e punto di riferimento per altri professionisti del settore; sei testimone materiale di professionalitá, passione e conoscenza tipiche dei Maestri del Mestiere.
Restando a disposizione per qualsiasi altra forma di collaborazione divulgativa, auspico a te e tutto il tuo team un futuro pieno di meritati successi.
Alfonso Camassa
DVM MRCVS
L’articolo l’ho trovato molto interessante e molto coerente.
Sono uno zoonomo che lavora da 15 anni in zona sud Italia per un gruppo leader del settore suini industriali.
Mi piacerebbe conoscere il dott. Camassa di persona (magari quando torna a Taranto) per potere implementare progetti di ricerca su grass feed.
Saluti e buon lavoro
BUon giorno Antonio.
Grazie, penso che anche per il Dott. Camassa possa essere un incontro molto interesante.
LOrenzo
Buonasera Antonio,
saró in Puglia dal 20 settembre al 3 ottobre prossimi, mi contatti tramite mail:
alfonso@endellfarmvets.co.uk
Attendo Sue