Non c’è solo l’allevamento intensivo! Proseguiamo nel nostro sforzo teso a fare chiarezza su quelli che sono caratteristiche e le differenze abissali che possiamo riscontrare osservando le varie tipologie di allevamento (in particolare tra “intensivo” e allevamento brado”). A questo scopo siamo felici di ospitare Luigi Ballarin dell’omonima azienda agricola che ci aiuterà a capire cosa significa allevare in un modo o nell’altro e le difficoltà che deve affrontare per sostenere il proprio allevamento.
Nella prima parte dell’intervista, oltre a raccontarci della sua esperienza di imprenditore, Luigi ci spiega chiaramente le differenze tra l’allevamento BRADO e quello intensivo ed ancora tra il suo modello e l’allevamento BIO.
Ciao Luigi, quando è iniziata la tua passione per l’allevamento?
La mia passione nasce da bambino stando vicino a mio padre nel suo lavoro: il gioco si mescolava alla vita libera in campagna in mezzo agli animali.
Stai portando avanti una realtà fondata dal tuo babbo, perché hai ritenuto importate portare avanti questa tradizione?
E’ una tradizione legata alla corretta alimentazione che io ritengo molto importante per la salute ed il futuro di tutti noi, ma anche perché, a mio parere, è il modo più corretto di allevare rispettando gli animali e l’ambiente. Con il passare del tempo c’è sempre maggior sensibilità ai temi della salute, dell’ambiente e del benessere animale.
Allevamento allo stato brado – Polli, galline, pollanche, galletti, faraone…la scelta della razza giusta
Che tipo di polli allevi?
Alleviamo animali allo stato Brado: inizialmente l’azienda nacque con la produzione del Cappone natalizio, tradizione che nelle nostre zone risale alle “regalie” medioevali: una specie di tassa dovuta da parte dei contadini ai ricchi proprietari terrieri che abitavano in città. Nei secoli la tradizione si è mutata in regali intesi come doni ed è ancora molto sentita a Bologna perché legata anche al tortellino in brodo di cappone. Poi la produzione si è allargata alle Pollanche (capponi femmina), Galletti e Galline oltre alle sempre richiestissime Faraone.
Come hai fatto a scegliere la razza secondo te migliore o più consona al tuo tipo di allevamento?
La scelta della razza è fondamentale per un allevamento di questo tipo, ed è tra l’altro il tema della mia tesi di laurea: cioè il rapporto come si dice in gergo tra “ qualità della carne ed il tipo genetico”. Ci siamo indirizzati fin dall’inizio verso ibridi molto rustici in grado di resistere in assoluta autonomia allo stato brado. È infatti dimostrato che i tipi genetici selezionati per le produzione intensive manifestano minore resistenza alle malattie. E’ quindi quasi impossibile accrescerli senza medicine, e non sono in grado in nessun caso di resistere alle condizioni naturali di libertà a cui sono sottoposti gli animali allo stato brado. Le razze da noi scelte hanno accrescimento lento e graduale e ciò permette di sviluppare masse muscolari ed ossatura forti, non sproporzionate, capaci di consentire grande mobilità sia nella corsa, sia nel volo. Essi sono in grado inoltre di sfruttare alimenti rustici, ricchi di fibra come l’erba, e persino piccoli sassi in modo da compensare le esigenze in sali minerali. Questa alimentazione modifica le strutture degli organi interni già favorevolmente predisposte dal tipo genetico, andando ad esempio ad allungare l’intestino, che si arricchisce così di batteri simbionti oltre ad ingrandire il ventriglio, che macina le granaglie sfregandole con quei sassi che servono anche per i sali minerali. Ci sarebbero tante altre considerazioni, ma in generale si può dire che per i polli bradi si tratta sempre di animali che presentano caratteristiche simili a quelle che si sono naturalmente evolute in milioni di anni.
Allevamento allo “stato brado” e allevamento intensivo: le differenze sono enormi!
Quali sono le differenze sostanziali con quello definito intensivo?
- TEMPI: intensivo 5 volte più veloce
Brado mediamente 180 giorni = 2 cicli/anno
Intensivo mediamente 35 giorni = 10 cicli/anno - SPAZI: nell’intensivo la densità è 80 volte in più di notte e 200 volte in più di giorno
Brado illimitato, ma mediamente 4mq/capo ricovero notte + 10,00 mq/capo pascolo
Intensivo mediamente 19 capi/mq = 0,05 mq/capo di capannone - RESA IN CARNE: Intensivo resa 5 volte in più per ogni Kg di alimento
Brado: granaglie + erba = 10/Kg alimento per 1 Kg carne
Intensivo = 1,9 Kg di mangime “spinto” per 1 Kg di carne
Come viene definito il tuo allevamento?
Il mio allevamento non rientra in nessuna tra le classificazioni esistenti, ma il più simile è il “Rurale in Libertà” definizione che solitamente non riscontra alcuna conoscenza da parte del consumatore e a mio parere nessuna chiarezza. Il legislatore è lo stesso che ha classificato allevamento “a Terra” gli allevamenti che, a mio parere, con maggior chiarezza sarebbero dovuti essere definiti” Allevamento al chiuso su Pavimento”. Maggior corrispondenza vi è con il sistema Free Range approvato dall’USDA (dipartimento di Agricoltura degli USA), ma qui siamo in Europa ed in etichetta non è applicabile. Nonostante ciò anche l’USL ed i Sistemi Informatici Veterinari impiegano spesso Free Range per definire il nostro allevamento durante i controlli ufficiali, proprio per la mancanza di una definizione europea paragonabile.
Allevamenti BIO… ma cosa significa? Ci sono alternative?
Quali sono le differenze sostanziali con quello definito BIO?
- TEMPI DI VITA TOTALE: Brado doppia rispetto al Bio
Brado : mediamente 180 giorni = 2 cicli/anno
Bio : mediamente 81 giorni di vita = 4 cicli/anno - TEMPI DI VITA TOTALE ALL’APERTO: Brado 5 volte maggiore
Brado : sta all’aperto da quando pesa circa un Kg fino al termine della sua vita (quindi mediamente 120-150 giorni)
Bio : per 27 giorni (1/3 della vita), ma la legge dice: “ a discrezione dell’allevatore non vi è obbligo di far permanere gli animali all’aperto in caso di condizioni climatiche ritenute sfavorevoli”. E’ certificato Bio anche un pollo che in pieno inverno non potesse mai uscire nei 27 giorni a lui concessi. - RICOVERI: Brado è 4-5 volte meno denso
Brado : solo per la notte ricoveri mobili tipo “tende” n° 2 massimo 4 capi/mq
Bio : ricovero fisso n° 10 capi/mq, ricovero mobile 16 capi/mq - SPAZIO ALL’APERTO: Brado illimitato, ma almeno 2,5 volte maggiore
Brado : pascolo illimitato ma solitamente gli animali sfruttano 10,00 mq/capo
Bio : 4 mq/capo - TIPO DI ALIMENTAZIONE: Brado almeno “equivalente” al Bio ma non tutto certificato
Brado : certificati NO -OGM e origine italiana, granaglie almeno equivalente al Bio*, Pascolo superiore al BIO perché illimitato e “selvatico” con molti cespugli, alberi, canneti, fossi, laghetto ecc..
Bio : certificati No-OGM e Bio, pascolo rappresentato da parchetto recintato.
Non è detto che gli alimenti Bio siano necessariamente di altissima qualità, è sufficiente che siano bio. Ad esempio: va bene un mais degerminato e quindi impoverito di proteine, olio e vitamine, basta che sia bio; oppure che le micotossine cancerogene prodotte dalle muffe che attaccano il mais, rientrino nei limiti di legge e non che siano pari a zero. La qualità completa è sempre fatta da molti fattori: il bio è solo assenza di trattamenti chimici, anzi essendo l’alimento bio già molto costoso per l’assenza di trattamenti, tende poi a non essere proponibile in formato full quality per un eccesso di costo.* Per chi volesse maggiori chiarimenti in merito ai residui e concimi impiegati per produrre le granaglie che utilizziamo : L’unico trattamento chimico che viene fatto nella produzione di granaglie è un diserbo in pre-emergenza, cioè appena dopo la semina e prima che la ns futura pianta nasca. Mais e soia infatti sono due rare piante che non vengono comunemente trattate per malattie di alcun tipo perchè in Italia non vi sono malattie tali da comportarne la necessità. In merito alla concimazione la soia è azoto-fissatrice (prende cioè l’azoto dall’aria grazie ai batteri simbionti che si fissano nelle sue radici) e non necessita quindi di concimi chimici sfruttando inoltre i residui organici delle colture precedenti. Per la concimazione del mais si impiega invece, per il suo basso costo, quasi esclusivamente urea (sostanza purissima e dalla formula molto semplice che troviamo normalmente nella ns. urina) e che prima di essere assorbita dalle radici viene trasformata una o due volte dai batteri del terreno che mangiano l’urea producendo azoto sotto forma più semplice. - TRATTAMENTI MEDICINALI : Brado “equivalente” al Bio ma non certificato
Brado : no Antibiotici, no ormoni, no coloranti chimici.
Bio: Cito la legge: “l’utilizzo di medicinali veterinari allopatici o di antibiotici sono ammessi qualora i prodotti fitoterapici o omeopatici, che in generale devono essere preferiti, non siano efficaci nei confronti di malattie o ferite e qualora la cura sia essenziale per evitare sofferenze e disagi all’animale”. E’ certificato BIO un pollo anche se il veterinario aziendale (pagato dall’allevatore) ha ritenuto di somministrare un antibiotico per evitare disagi all’animale. - CONTROLLI : Brado “equivalente” al Bio ma non certificato
Brado : ogni cliente può senza preavviso venire in azienda e verificare lo stato di salute degli animali, il tipo di alimentazione, di abbeveraggio e se sono effettivamente liberi allo stato Brado. Questo è quanto previsto anche per il Free Range USA
Bio : Controllori certificati ufficialmente, ma scelti e pagati dall’allevatore vengono almeno una volta all’anno a controllare i certificati degli alimenti e se esistono i parchetti esterni.
A chi ti chiede se il tuo pollo è BIO cosa rispondi?
Io penso che noi interpretiamo il vero Pollo BIO, anzi il Pollo Brado che alleviamo noi è superiore al BIO e viene proposto a prezzi inferiori. Non rinunceremo mai al Brado per il solo BIO e quando il mercato sarà pronto a sostenere i costi delle certificazioni, saremo i primi a produrre polli BRADO BIO, ma la certificazione europea per il BRADO BIO, a mio parere, non verrà mai, perché sarebbe come distruggere l’attuale BIO svelandone le mille contraddizioni e andando così a ledere interessi economici enormi, soprattutto delle grandi lobby industriali avicole che stanno confluendo piano piano in poche grandi multinazionali.
Ritieni che sia importante avere un pollo BIO?
Certamente sì, ma che sia veramente BIO.
BIO significa Vita, ma quella vita è molto più complessa di quel che si crede e l’uomo, in realtà, ne conosce solo pochi elementi superficiali.
L’essenza del BIO è realizzata a mio vedere, solo nel sistema Brado in quanto è solo in quel sistema di allevamento che l’animale vive una vita all’aperto vera, corre, vola, realizza i suoi comportamenti naturali, cresce in un sistema psico-sociale a lui normale, sviluppa appieno le sue naturali difese immunitarie che, insieme all’ingestione dei prebiotici, dei probiotici e all’equilibrio dei nutrienti trovati istintivamente secondo l’evoluzione avvenuta in milioni di anni, ci permettono di produrre senza chimica. Non basta prendere un pollo praticamente industriale e togliergli le medicine.
E i prezzi? Ha senso confrontare produzioni completamente diverse?
Che differenze di prezzo può avere un tuo prodotto rispetto a quello che si vede negli allevamenti intensivi?
Innanzitutto è necessario paragonare prodotti dello stesso tipo e poi possibilmente di qualità il più simile possibile. Ad esempio la Gallina a Terra del Supermercato non è la Pollanca Brada: una è un animale da uovo a fine carriera allevata al chiuso su pavimento, con medicinali e che viene ceduta dai produttori di uova, come scarto, l’altra è un pollo femmina allevata Brada, di razza rustica equivalente a quella che nel Bovino è la Scottona. Detto questo, eliminando la grande distribuzione, sfruttando il pascolo, l’assenza di certificazioni per gli alimenti, l’allevamento in strutture “leggere”, il Km 0, ed accontentandoci sui ns. guadagni, riusciamo ad essere sul mercato con un rapporto qualità prezzo eccezionale, adatto a tutte le famiglie. Diciamo che il prezzo è mediamente di solo qualche euro in più al Kg.
Ringraziamo Luigi e interrompiamo qui la prima parte dell’intervista nella quale abbiamo avuto modo di comprendere in modo esauriente e chiaro concetti legati all’allevamento che riteniamo siano molto utili per il consumatore che è interessato a sapere cosa mangia veramente…
Nella seconda parte parleremo con Luigi dell’impatto che hanno avuto e stanno avendo sul suo lavoro le inchieste e le campagne giornalistiche sugli allevamenti intensivi e sulle difficoltà che deve affrontare ogni giorno per portare avanti il suo modello di allevamento, districandosi tra vincoli e regole pensate più per gli allevamenti intensivi che per chi fa scelte diverse…
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Vorrei notizie sulla razza Robusta Maculata e sulla razza collo nudo.Inoltre,come vi difendete da volpi gatti selvatici, rapaci,faine, donnole?
Buona sera, notizie sulle razze è molto vago e lungo da poter esporre, mi limito nel dire che sono razze rustiche a lento accrescimento. Per la difesa dei predatori durante il giorno il bosco protegge dagli attacchi dall’alto, il fienile o capanno dai predatori notturni.
“la sera il fienile o capanno dai predatori notturni.”
significa che vengono chiusi come in un normale pollaio ?
la volpe di fatto non puo entrare
giusto ?
si esatto, il riparo o ricovero notturno serve per fare protezione ed evitare predatori. Non solo in situazioni di maltempo o forte calore è un ottimo riparo, dove l’animale da solo va per trovare riparo
son un azienda agricola da poco ho intrappreso l’allevamento di polli ma il veterinario non mi rilascia il codice aziendale perche ‘ lo stato brado non lo prevede. io ho creato una struttura dove la notte gli animali sono al riparo ma nulla non mi firmano il permesso cosa mi consiglia
Buona sera. Purtroppo non c’è molto da fare. Siamo nelle mani di persone che a volte non capiscono l’importanza.a di certi gesti.
Buongiorno
Abbiamo letto vari articoli online e non capiamo se le faraone possono essere lasciate senza ricovero notturno, sulla rete si parla che questi animali trovano riparo dai predatori sugli alberi, ma nel suo articolo si cita invece ricovero notturno
È possibile lasciarle libere senza riparo ?
si è possibile ma da ricordare che non ci sono solo predatori, ma anche temperali e forte vento, per questo si parla di riparo