Saper dire di NO

Fin dagli anni 60, siamo stati abituati, parallelamente all’incessante  sviluppo della grande distribuzione, a trovare disponibilità illimitata ed in ogni periodo dell’anno di ogni genere alimentare.

Non mi soffermerò a parlare dei casi eclatanti della verdura o della frutta, ormai chiaramente offerte indipendentemente dalla stagionalità dei profotti, ma mi concentrerò sulle CARNI cioè sul mio settore. Certo perché anche alcuni tipi di carne hanno la loro stagionalità.

La stagionalità delle carni

pollo_semibradoUn cappone non può esistere a luglio… per una questione fisica!
Il pulcino nasce all’incirca tra febbraio e marzo e non potrebbe mai essere pronto per quel periodo, altro esempio è l’anatra… volatile prettamente invernale.
Non parliamo poi della cacciagione dove la disponibilità è legata a periodi dell’anno ben determinati e scadenziati.

Ma con il tempo ci siamo dimenticati di queste cose, dimentichiamo o tendiamo a non considerare i ritmi dettati dalla natura. E’ un atteggiamento o un’abitudine che riguarda anche tanti operatori del settore, che magari non hanno mai visto o non frequentano le stalle e che di conseguenza non hanno la possibilità di recuperare “dal vivo” queste basi… forse e per fortuna alcuni anziani mantengono queste sensibilità.

E così in questo momento così particolare e difficile, tra crisi economiche e lavorative, siamo chiamati a rieducare e a divulgare queste informazioni di base al pubblico finale.

Oggi lavorare in macelleria con un’impostazione basata esclusivamente sull’allevamento comporta innumerevoli difficoltà e vincoli: ci sono numeri e tempi ben definiti da considerare e gestire.
Rifornirsi dai grossisti è più semplice… nel momento in cui si termina qualcosa in banco, prontamente i grossisti sono in grado di recapitare “la merce”… basta una telefonata!

Uno degli esempi più eclatanti è il Filetto, la parte così ambita e ricercata ( e non si capisce bene il motivo, vista la grande potenzialità dell’intero animale in ogni sua parte anatomica).

Il mito del filetto sempre disponibile

filetto di scottonaProbabilmente in pochi si sono fatti una semplice domanda: “come fa ad essere sempre disponibile?”.

Su un animale di circa 400 Kg  ci sono più o meno 4Kg di filetto ciò significa che rimangono da finire, per valorizzare tutto l’animale, circa 396 Kg di carne.

Quindi anche in un ristorante come si fa ad avere sempre il filetto disponibile?

Questo è solo un esempio che ci parta alla questione iniziale … cioè saper dire di no!

Ormai si teme, si ha paura della reazione del cliente di fronte all’affermazione “L’ho finito”. Eppure dovrebbe essere motivo di orgoglio saper spiegare e garantire al cliente che quando trova una pezzatura “ricercata” quel pezzo proviene CERTAMENTE dal nostro allevamento e che parallelamente se fosse sempre disponibile significherebbe che ci sono forniture di altro tipo ed altra provenienza.

macelleria_rizzieri_stallaLavorare con il proprio allevamento o con una persona di fiducia che lo segua, significa garantire la continuità qualitativa, significa sapere cosa fanno gli animali, cosa mangiano, come vivono e dare  garanzie in tal senso al consumatore. E come si può conciliare una “buona prassi” come questa se, per mantenere sempre e comunque l’assortimento completo dei tagli  ci rivolgiamo o acquistiamo carni di provenienza estera? Cosa sappiamo dell’allevamento di provenienza? Come vengono allevati e alimentati gli animali? Interessa ancora a qualcuno??!!!

A mio modo di vedere dire di “NO” diventa a volte salutare, significa saper rinunciare, diventa una garanzia totale per il cliente.

3 pensieri su “Saper dire di NO

  1. Silvano

    Condivido pienamente. Scusi il mio italiano,ma ho un’altra lingua madre. Il filetto lo trovo noioso, Preferisco gli altri tagli, p.e. Mi faccio il roast beef con il cappello del prete. Naturalmente non è così semplice. Ma con il termometro a 56 gradi….Il reale e specialmente le coste superiori ?? O inferiori della schiena, in tedesco Hohrücken ( Ribeye) sono molto più gustose delle entrecotes. Vado matto per la coda di bue. Naturalmente cuoce 5-6 ore. Ma i gusti sono eccelsi. E L’aletta! Un arrosto di spalla o di collo di vitello! La punta delle coste di vitello grigliata! Un bel piancostato ( qui lo chiamano biancostato) bollito con le sue verdurine! I piedi di vitello cotti con il brasato o l’arrosto per legare il sugo! I guanciali interni dei bovini brasati a alla bourguignonne! Uno stinco di maiale al forno! Un bel Tafelspitz di vitello! Una lingua di vitello ai capperi e al madeira! Ultimamente mi son goduto un Boals del 1907! Purtroppo certi tagli troppo rustici non li trovi più! Sono amico di un allevatore bio che macella una manzetta alla settimana. E lui mi rifornisce.

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    1. Lorenzo Rizzieri Autore articolo

      Buon giorno Sig. Silvano. Fa piacere sentire ancora gente dai sapori autentici come Lei. Sacrificando un’animale si deve aver coscienza di valorizzarlo in ogni Sua parte e condivido pienamente il Suo gusto. I tagli che Lei menziona sono tutti disponibili, sempre in base alle ordinazioni. Se un giorno dovesse passare l’aspettiamo con piacere.
      Distinti saluti

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  2. silvano

    Egregio signor Rizzieri,
    La mia risposta di alcuni giorni fa e’ sparita …o non arrivata in porto. Sono un principiante nel web!
    A riguardo del filetto e le altre parti nobili! Non per motivi economici, con modestia, ma a causa del gusto piu’ spiccato ( la mia lingua madre non e’ l’italiano!!), preferisco altri tagli meno “noiosi”. La coda di bue, cotta ca 6 ore, per sughi e “stracotti”, polpettine,ecc. Il cappello del prete per “roastbeef”, brasati, eccelsi bolliti, tatare, ecc. Le coste inferiori della schiena , per me uno dei migliori tagli, rimpiazza il controfiletto.
    Il reale per diversi usi, I piedi di vitello, la sua lingua, le ganasce interne (di bovino e suino e del merluzzo!!). E per finire un bel cappone con le verdurine nella “cocotte) , recipiente in terracotta ( in ted. Römertopf). Magari un giorno arrivo a Ferrara. Lei e’ il macellaio che ci manca. Io ne ho uno bio abbastanza in gamba. Cordiali saluti.

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